Il FMI si sarebbe dovuto riunire il 12/1 per prendere in considerazione il rilascio di $1 miliardo su 6 per il salvataggio del Pakistan, che però chiede al FMI di ritardare la decisione sugli aiuti a causa del mancato taglio della spesa, spiega Al Jazeera. Il salvataggio è vincolato al e dei sussidi alle imprese, aumento carburanti e tariffe energetiche. Il Pakistan procede lento, ma tra le conseguenze già in atto c’è l’imposizione di un’imposta su macchine tessile e pelle importate nelle zone di trasformazione per l’esportazione.
Il Pakistan ha chiesto al Fondo monetario internazionale (FMI) di rinviare una riunione del consiglio destinata a considerare la sesta revisione del paese fino alla fine di gennaio, ha affermato lunedì il ministero delle finanze.
L’incontro avrebbe dovuto svolgersi il 12 gennaio per rivedere la raccomandazione di rilasciare 1 miliardo di dollari del programma triennale del Pakistan, come prima tranche del pacchetto da 6 miliardi.
Tuttavia, il Pakistan non è stato finora in grado di approvare le misure di inasprimento fiscale raccomandate legate al rilascio dei fondi.
“Non appena le procedure legislative saranno completate, il consiglio di amministrazione del FMI lo valuterà per l’approvazione”, ha affermato il ministero delle finanze in una nota, riferendosi a un budget di metà anno che riduce una serie di esenzioni dai dazi e introduce nuove misure sulle entrate.
La legislazione è stata presentata in parlamento alla fine del mese scorso, ma ha incontrato una feroce resistenza da parte dell’opposizione tra l’aumento dell’inflazione e un crescente disavanzo delle partite correnti.
La scorsa settimana, il governo si era detto fiducioso che avrebbe approvato il bilancio entro la fine del mese.
Il Pakistan era in trattative con l’FMI da diversi mesi per cercare un allentamento dei termini e delle condizioni del pacchetto. I suoi titoli di stato erano balzati tra 1,3 e 2,8 centesimi sul dollaro degli Stati Uniti alla notizia di un accordo perché il completamento della revisionerenderebbe disponibili 750 milioni di diritti speciali di prelievo del FMI, ovvero circa 1 miliardo di dollari, portando gli esborsi totali finora a circa 3 miliardi di dollari.
Il Pakistan ritarda, ma conferma che garantirà l’approvazione della legislazione sull’autonomia della banca centrale come concordato con il FMI e dovrebbe ora intraprendere in particolare altre quattro azioni, come concordato prima che il consiglio di amministrazione del fondo si riunisse per valutare se approvare l’emissione dell’ultima tranche.
Tali azioni sono: ritiro delle esenzioni fiscali e dei sussidi alle imprese, un aumento della tassa sul petrolio, tariffe energetiche più elevate e un audit di circa 1,4 miliardi di dollari in fondi extra prestati al Pakistan nell’aprile 2020 per aiutarlo a superare la pandemia di COVID-19.
Il Pakistan era entrato nel programma di finanziamento di 6 miliardi di dollari e 39 mesi con l’FMI nel luglio 2019, ma il finanziamento si è bloccato all’inizio di quest’anno a causa di problemi relativi alle riforme richieste.
Il Pakistan è stato alle prese con una svalutazione storica della valuta, un’elevata inflazione, un disavanzo delle partite correnti e una diminuzione delle riserve estere - e i colloqui tra il governo e il FMI hanno scosso i nervi degli investitori.
La scorsa settimana la banca centrale ha avvertito che un disavanzo primario superiore alle attese probabilmente peggiorerebbe le prospettive di inflazione e minerebbe la ripresa dell’industria. Ha inoltre aumentato il tasso di interesse di riferimento di 150 punti base all’8,75% per contrastare le pressioni inflazionistiche e preservare la stabilità con la crescita.
L’inflazione complessiva aveva raggiunto il 9,2% in ottobre, in aumento rispetto all’8,4% di due mesi prima.
Il settore tessile e le industrie della filiera della moda stanno già soffrendo per gli effetti della pandemia di Covid e qualsiasi proposta per aumentare le tasse sarebbe stata una campana a morto per l’industria. Tutte le lavorazioni su tessuti, abbigliamento, calzature e prodotti in pelle diventeranno più costose a seguito della nuova “politica senza esenzione fiscale, solo sussidi mirati” (No Tax Exemption – Only Targeted Subsidy Policy)
Comunque, il presidente della FBR (Federal Bureau of Rebenue), Muhammad Ashfaq Ahmed, ha dichiarato mercoledì che il governo ritirerà le restanti esenzioni dall’imposta sulle vendite nel prossimo budget.
Ha affermato che il Fondo monetario internazionale (FMI) ha chiesto di rimuovere le esenzioni fiscali per 700 miliardi di Rs, ma la FBR ha convinto il Fondo a limitare il ritiro delle esenzioni a un importo di 343 miliardi di Rs in questa fase.
Se vengono lasciate alcune delle esenzioni, le restanti esenzioni verranno ritirate nel prossimo bilancio.
Tuttavia, tra le esenzioni ancora in vigore, non trova spazio l’importazione di macchinari, nemmeno quelli che vengono importati nelle zone di trasformazione per l’esportazione. Anzi, è stata anche approvata l’imposizione di una nuova imposta sulle vendite di macchinari importati nelle zone di trasformazione per l’esportazione.
La commissione permanente del Senato per le entrate finanziarie e gli affari, pur esprimendo riserve sulla politica di riduzione delle esenzioni fiscali, non si è opposta e ha affermato che solo il tempo dirà la verità sulle conseguenze di tali politiche.