Molti lavoratori tessili e della calzatura non si sentono al sicuro sul lavoro. Non solo lavorano in edifici pericolosi, ma i lavoratori sono regolarmente esposti a temperature disumanemente elevate, sostanze chimiche dannose e violenza fisica. In questo video, le testimonianze del crollo del Rana Plaza, 9 anni fa a Savar, in Bngladesh, raccolte da Clean Clothes Campaign che promuove programmi per aiutare a prevenire infortuni e decessi sul lavoro e appelli per risarcire i lavoratori coinvolti in incidenti che avrebbero potuto essere evitati.
La ricerca da parte delle industrie globali della moda e dell'abbigliamento sportivo per i costi di produzione più bassi ha un prezzo elevato: la salute e la sicurezza dei lavoratori. Dopo oltre un secolo di lavoro come CCC, sviluppando normative nazionali e convenzioni internazionali, i lavoratori continuano a perdere la salute e la vita mentre ricamano i nostri vestiti.
L'attenzione mondiale sulla sicurezza dei lavoratori nell'industria dell'abbigliamento è cresciuta enormemente da quando tre devastanti incidenti che hanno ucciso migliaia di lavoratori e hanno scosso il mondo: gli incendi in fabbrica di Ali Enterprises in Pakistan e Tazreen Fashions in Bangladesh, entrambi nel 2012, e il crollo di Rana Plaza nel 2013, Bangladesh.
Ma i lavoratori non sono solo minacciati da edifici non sicuri. Pratiche pericolose, come l'uso non protetto di sostanze chimiche o la sabbiatura, continuano ad essere comuni nel settore. E anche i lavoratori dietro la macchina da cucire sono esposti a rischi per la salute, come rumore, alte temperature e movimenti ripetitivi. Lo svenimento è comune nelle fabbriche dove i lavoratori trascorrono lunghe ore senza un'adeguata ventilazione o aria condizionata e sono pagati troppo poco per nutrirsi adeguatamente. Anche i lavoratori sono soggetti a molestie e violenze verbali e psicologiche, in particolare la maggior parte delle donne del settore, che possono inoltre affrontare violenze di genere e molestie sessuali.
