Pechino punta sul controllo totale dei flussi di informazioni transfrontaliere. Per questo la Repubblica Popolare Cinese, spiega il Morning Post, costruirà un “porto di libero scambio per i dati” nel distretto di Nansha (a Guangzhou, nel Guangdong) entro il 2025. La struttura fungerà da progetto pilota per il trasferimento delle informazioni digitali tra la Cina e il resto del mondo.
- Il porto internazionale di libero scambio dei dati di Nansha sarà il progetto di prova del paese per il trasferimento di dati transfrontaliero
- Il progetto dovrebbe svolgere un ruolo importante nei futuri scambi di dati tra la Cina e il mondo esterno in mezzo a normative più severe
Lo scopo di Pechino è creare un primo collo di bottiglia tramite cui trattenere i dati sensibili per il proprio interesse nazionale. Dal 2017 in poi, il governo cinese ha adottato tre leggi a riguardo, rispettivamente sulla cibersicurezza, sulla sicurezza dei dati e sulla protezione delle informazioni personali.
Il progetto pilota di Nansha (del valore di 5 miliardi di dollari) dovrebbe includere un centro dati, un parco industriale per i big data e un laboratorio per le comunicazioni della cosiddetta Baia Allargata, che coinvolge parte del Guangdong, Hong Kong e Macao. Il porto digitale si connetterà alla rete di cavi sottomarini diretta verso l’estero.
Non è un caso che Pechino abbia scelto di allestire una simile struttura proprio a Guangzhou. Nella parte sudorientale della Repubblica Popolare si concentrano la maggior parte dei “suoi” colossi tecnologici, a cominciare da Alibaba e Tencent.
In più, Guangzhou è a pochi chilometri da Hong Kong che, malgrado le forti tensioni interne, resta punto di accesso privilegiato delle multinazionali straniere che desiderano investire in Cina. Ed è quindi un teatro rilevante per la competizione tecnologica tra Pechino e Washington.