Il software trasforma i robot-traduttori in redattori. ChatGPT e altri programmi possono fare qualcosa di simile a scrittori, come giornalisti, artisti, o conferenzieri e technical writer, tipo estensori di brevetti, redattori di manuali d’istruzione e tecnici di manutenzione. ChatGPT ha il potenziale per aiutare la scrittura e rendere il linguaggio più accessibile. Per approfondire: “Microsoft Considers $10 Billion Investment in ChatGPT Creator”, Bloomberg – “Will AI Make Creative Workers Redundant?" - WSJ
ChatGPT (Chat Generative Pre-trained Transformer) potrebbe aiutare nel lavoro di technical writer in diversi modi: trovando keyword utili per la stesura dei testi, individuando idee da sviluppare, generando titoli e descrizioni, creando brevi stringhe di testo e suggerendo risposte alle chat.
La chatbot sviluppata dal laboratorio di ricerca OpenAi e finanziata, tra gli altri, da Microsoft e da Elon Musk, si fa strada nel mondo delle pubblicazioni scientifiche e conquista il ruolo di autore. Un recente articolo pubblicato sul numero di gennaio di Nurse Education in Practice (Elsevier), dal titolo “Open artificial intelligence platforms in nursing education: tools for academic progress or abuse?”, inserisce ChatGPT tra gli autori e gli assegna una mail (support@openai) e un numero identificativo (scopus author identifier 58024851600).
Un bel risultato per un prototipo di chatbot basato su intelligenza artificiale, specializzato nella conversazione con l’utente umano, lanciato da poche settimane (30 novembre 2022). I modelli sono stati addestrati in collaborazione con Microsoft sull’infrastruttura cloud Azure e consentono agli utenti di creare testi, codici e immagini utilizzando semplici istruzioni. L’utilizzo è gratuito ma OpenAi genera milioni di entrate vendendo i suoi vari prodotti di Ai agli sviluppatori.
I risultanti sorprendenti delle ricerche condotte da ChatGPT hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica per i possibili risvolti sulle pubblicazioni. Ma non solo. Anche la comunità finanziaria vede interessanti opportunità di investimento. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, OpenAi avrebbe intenzione di offrire l’acquisto di un certo numero di azioni dagli azionisti esistenti a un prezzo fisso. L’accordo sarebbe in fase di negoziazione con le società di venture capital Thrive Capital e Founders Fund.
Nel 2019, Microsoft ha investito un miliardo di dollari in OpenAi e, secondo l’agenzia Bloomberg, sarebbe pronta a mettere nella chat basata su intelligenza artificiale altri 10 miliardi di dollari. L’obiettivo è di incorporare la tecnologia Ai del chatbot ChatGPT nel suo motore di ricerca Bing.
Come funziona ChatGPT
ChatGPT fa parte di una nuova generazione di sistemi di intelligenza artificiale generativa, in grado di generare testi in tantissime lingue, a partire da una richiesta specifica, e produrre nuove immagini e video basati su ciò che hanno appreso da un vasto database di libri digitali, contenuti online e altri media. Ad esempio, chiedendo direttamente a ChatGPT come può aiutare nella scrittura di articoli che parlano di industrie healthcare e life sciences in Italia ecco la risposta: “GPT (Generative Pre-trained Transformer) è un modello di linguaggio ad alte prestazioni che può essere utilizzato per generare testo in base a un determinato contesto. In particolare, quando si tratta di scrittura di articoli sull’industria, , GPT può essere utilizzato per generare contenuti accademici, notizie, analisi di mercato, relazioni di ricerca e altri tipi di testo. Grazie alla sua capacità di generare testo coerente e plausibile, GPT può aiutare a generare contenuti in modo efficiente e preciso, risparmiando tempo e fatica nella ricerca e nella scrittura”.
I limiti
Come ogni modello di Intelligenza Artificiale, anche questi software hanno i loro limiti: a volte producono risposte errate o senza senso che possono essere difficili da correggere, a causa della mancanza di una “fonti di verità” durante l’addestramento; i testi possono essere troppo verbosi e ripetitivi, sempre a causa dei dati di addestramento; infine, nel caso del dialogo con i clienti, pur essendo addestrato alla conversazione, non chiede domande di chiarimento quando la richiesta dell’utente è ambigua, ma cerca invece di indovinare ciò che l’utente intende.
Il conflitto con la creatività umana
« La scelta di utilizzare l'IA solleva alcune domande scomode », è il commento di Christopher Reid, traduttore accademico e scrittore che vive a Francoforte, che esprime i suoi dubbi sul WSJ: « I traduttori sono davvero ancora traduttori? Se un artista prende un primo schizzo da un computer, è ancora veramente un artista? La ricerca delle parole iniziali o delle pennellate, spesso la parte più difficile della stesura, sembra essere il cuore della creatività umana. Se questo viene affidato all'intelligenza artificiale, il processo sembra più una produzione in catena di montaggio con scrittori o artisti umani che fungono da semplici ispettori, controllando il prodotto finale e poi dando un timbro di approvazione. E proprio come traduttori, scrittori e artisti si troveranno inseriti in un ciclo parassitario di progresso tecnologico. Man mano che le persone correggeranno il prodotto dell'IA, la tecnologia migliorerà, arrivando a richiedere sempre meno coinvolgimento umano. Questo è vero anche se non lavori con l'intelligenza artificiale. Ogni lavoro artistico o pezzo di scrittura che entra in Internet potrebbe essere aggiunto alle miniere di intelligenza artificiale dei database per le proprie creazioni ».