Gucci, nuovo tomaificio Pigini a Recanati

29 Giugno 2022

Pigini, calzaturificio di Recanati che appartiene a Gucci, annuncia la costruzione di un nuovo stabilimento produttivo d’avanguardia, sia per tipologia costruttiva che per sostenibilità ambientale e climatica, dedicato alla produzione di tomaie per calzature del marchio Gucci. “Grazie al mix di creatività e tradizione, la maison punta a 15 miliardi di ricavi”, è il commento de ilSole24Ore nell’articolo “Gucci investe in Pigini, fabbrica modello con 400 artigiani”

 

Fervore creativo e industriale: possiamo descrivere il momento che sta vivendo Gucci. L’ultimo tassello è legato a Pigini, azienda calzaturiera fondata a Recanati, nelle Marche, nel 1979 e che oggi è parte della piattaforma industriale di Gucci.

Verrà costruito uno stabilimento all’avanguardia per tipologia costruttiva e sostenibilità ambientale e climatica, dedicato alla produzione di tomaie per calzature Gucci sportive ed eleganti. La strategia industriale della maison guidata da Marco Bizzarri è chiara e coerente da anni: diventare capofiliera di eccellenze italiane nei diversi settori della pelletteria, dalle calzature alle borse, dalla Toscana alle Marche. I lavori del nuovo tomaificio da 10mila mq inizieranno nel 2023 per concludersi entro i primi mesi del 2024. A regime, entro tre anni, darà lavoro a circa 400 persone, specializzate prevalentemente in giunteria e taglio. I nuovi assunti saranno inseriti gradualmente a partire dal 2022 in un laboratorio di oltre 1.000 mq, che sarà adibito a produzione e dove sarà data continuità alle attività formative, che sono parte di Gucci École de l’Amour, nome (giustamente) romantico dato al progetto che prevede tra le sue priorità anche la Scuola di Fabbrica, un percorso bimestrale svolto nelle fabbriche Gucci e mirato alla formazione di operatori di produzione e figure specializzate in pelletteria e calzature. Da quando è nato, nel 2018, il progetto scuole ha formato oltre 200 tra artigiani e specialisti.

Fin qui il fervore industriale e formativo. Poi c’è quello creativo: all’ultima settimana della moda uomo di Milano il direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele, ha presentato una minicollezione ideata con Harry Styles, che ha colpito almeno quanto quella ora nei negozi, fatta con Adidas. Poi c’è l’alta gioielleria, in cui Gucci è entrata da poco, conquistando clienti abituati a pezzi unici. E naturalmente il pret-à-porter: nel 2021 Gucci ha compiuto cent’anni, celebrati anche con rivisitazioni dei pezzi più classici. Last but not least, il dog-à-porter: è di due giorni fa l’arrivo della collezione di accessori per cani. L’appuntamento con i dati del primo semestre è per il 27 luglio (la maison fa parte del gruppo Kering, quotato a Parigi), ma il 9 giugno, durante il capital market day, i vertici di Gucci hanno spiegato che l’obiettivo di medio termine è arrivare a un fatturato di 15 miliardi, con un ebit del 41% e capex pari al 3% dei ricavi. Il successo di questa lepre del lusso (il Cagr 2015-2019 è stato del 25%) è un’alchimia tra creatività quasi futuristica e savoir faire artigianale che non può che venire dalla tradizione italiana. E che va preservato.


Paese: Italia
pigini| recanati| Gucci| Calzaturificio| Tomaie

Altre notizie