Cuba afferma che consentirà agli investitori stranieri di entrare nel suo commercio all'ingrosso e al dettaglio per la prima volta in 60 anni. [Cuba bids for foreign investment to tackle goods shortages – BBC]
Il governo di Cuba ha annunciato che permetterà agli investitori stranieri di entrare nel mercato del paese: è una decisione storica, dopo sessant’anni di politiche di nazionalizzazione del mercato interno, avviate dopo la rivoluzione cubana con Fidel Castro. Ai potenziali investitori dall’estero – che dovranno comunque passare da diversi controlli – sarà quindi permesso di rilevare in parte o del tutto le quote di società con sede a Cuba.
Negli ultimi mesi Cuba sta affrontando la peggior crisi economica degli ultimi decenni, e l’obiettivo della nuova politica è contrastare la grave carenza di beni di prima necessità, come cibo e medicine. La crisi è dovuta tra le altre cose alla pandemia, alle minori importazioni di carburante dal Venezuela e alle restrizioni imposte dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che lo scorso maggio erano state parzialmente allentate dal presidente Joe Biden.
Alcuni negozi del paese hanno introdotto razionamenti per permettere a più persone di accedere a beni essenziali, tra cui l’olio. In tutto il paese ci sono state proteste ma anche molti arresti, visto che a Cuba gli assembramenti pubblici sono illegali se non autorizzati preventivamente.
Non è chiaro se queste misure si riveleranno efficaci: il ministro dell’Economia Alejandro Gil Fernández ha detto che aprire il mercato cubano a investitori esteri «contribuirà alla ripresa dell’industria nazionale». Restano comunque molti dubbi su quanto davvero il mercato cubano potrà rivelarsi attraente per gli investitori stranieri, visto che rimane ancora strettamente controllato dallo stato.