Il senato degli Stati Uniti ha approvato [Senate Passes $280 Billion Industrial Policy Bill to Counter China – NYT] con un voto bipartisan (64 contro 33) una proposta di legge da $280 miliardi, il cosiddetto Chips (Creating helpful incentives to produce semiconductors) & Science Act. [House Passes Chips Act to Boost U.S. Semiconductor Production – WSJ]
La Camera dei rappresentanti prevede di approvarlo questa settimana e il presidente Joe Biden di ratificarlo subito dopo. La legislazione mira ad affrontare la grave carenza di chip attraverso ingenti sovvenzioni all’industria dei semiconduttori: 52 miliardi alle società che li producono in territorio statunitense e 200 miliardi per la ricerca scientifica sull’intelligenza artificiale, la robotica, l’informatica quantistica.
Il pacchetto di spesa risponde alla preoccupazione dei legislatori di entrambe le parti che gli Stati Uniti abbiano bisogno di attirare più produzione di chip e tecnologia in risposta all'ascesa tecnologica ed economica di Pechino.
Il disegno di legge "aiuta a realizzare l'obiettivo dell'amministrazione Biden di rivitalizzare la nostra economia manifatturiera nazionale", ha affermato il segretario al Commercio Gina Raimondo, che ha fatto pressioni sui legislatori per sostenere il pacchetto.
L’industria statunitense è leader nella fascia alta della catena del valore dei chip soprattutto legata al design e alla ricerca e sviluppo, ma è dipendente da quelle asiatiche per le fasce intermedie della catena. Corea del Sud e Taiwan dominano la produzione della componentistica di base, la Cina l’assemblaggio dei chip. Con un’aggressiva politica di reshoring per riportare in patria la produzione ad alto contenuto tecnologico, gli Stati Uniti vorrebbero rendersi autonomi dalla Cina nella catena del valore globale dei semiconduttori.
Garantirne la produzione domestica è essenziale per un’ampia gamma di beni di consumo, nonché di mezzi militari. Non è un caso che Biden abbia definito l’approvazione della proposta come fondamentale per la «sicurezza nazionale». Dalla sua, l’ambasciata cinese a Washington aveva già commentato che il disegno di legge appare «radicato nella mentalità della guerra fredda e del gioco a somma zero». Altro episodio del versante tech nel duello per la leadership mondiale.