A day with Bergi Spa, Grandi sfide per la ripartenza

30 Giugno 2022 - Autore: BERGI SPA

L’AZIENDA DI ARZIGNANO, LEADER NELLA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE E VENDITA DI ATTREZZATURE PER L’INDUSTRIA CONCIARIA, CONTINUA AD INVESTIRE SULLA TECNOLOGIA. DOPO L’ESTATE SARÀ OPERATIVO L’AMPLIAMENTO DI 2.200 MQ. [By MpaStyle]

Per lo staff di Tannery International un giorno trascorso assieme, quello di mercoledì 23 marzo, alla BERGI di Arzignano (Vicenza), per scoprire da vicino le potenzialità, ma anche i progetti futuri, di un’azienda molto conosciuta a livello internazionale, leader nel settore della progettazione, costruzione e vendita di macchinari e attrezzature per l’industria conciaria.
La novità principale che caratterizzerà il 2022 è il nuovo capannone, esteso su un’area di 2.200 metri quadrati, che andrà a congiungersi all’attuale sede di 3.500 mq, garantendo ulteriori spazi ma anche una nuova ridistribuzione dei reparti per garantire un’ottimale organizzazione del lavoro, ma nel contempo aprendo a possibili nuovi sviluppi nella costruzione di macchinari d’eccellenza anche in altri settori dell’imprenditoria. BERGI dispone inoltre di un’ulteriore sede, estesa su 3.500 mq, nel comune di Gambellara, a 500 metri dal casello autostradale di Montebello Vicentino, dove viene prodotta buona parte della carpenteria e la completa lavorazione di tutti i componenti macchina, con macchine utensili di ultima generazione. Una volta ultimate le opere, l’area produttiva complessiva, compreso il magazzino usati di 1.500 mq a fianco alla filiale di Gambellara, sarà di circa 10.700 mq.
L’ampliamento della sede di Arzignano, che ha comportato un investimento notevole, di qualche milione di euro, rappresenta una tappa fondamentale di una storia lunga 57 anni, ricca di successi e caratterizzata da una costante crescita del fatturato e del numero di macchine prodotte. La BERGI venne fondata nel 1965 da Giovanni Bergozza, scomparso nel 2018, che ha poi passato il testimone ai tre figli, ora alla guida dell’azienda: si tratta di Mauro, CEO e amministratore unico, socio assieme ai fratelli Alberto e Federico. Una bella storia imprenditoriale ma anche familiare visto che dello staff fanno già parte i tre figli di Mauro, Samantha, Nicola e Leonardo, che rappresentano dunque la terza generazione. Di questi ultimi, oltre che con il responsabile della parte elettronica, Raffaele Palma, troverete le relative interviste nelle pagine del “Focus”.
“L’allargamento e ristrutturazione della sede – precisa Mauro Bergozza, che è anche vicepresidente di Assomac, l’associazione nazionale dei costruttori italiani di macchine e accessori per calzature, pelletteria e conceria – è un progetto cullato da diversi anni e diventato realtà con l’acquisto del terreno solo a fine 2017. Purtroppo i rallentamenti causati dal lockdown e negli ultimi mesi dalla scarsa reperibilità delle materie prime, ha rallentato le opere, che tuttavia dovrebbero concludersi entro l’estate per garantirci di essere operativi per la ripresa lavorativa post-vacanze. Sempre che, riusciremo ad ottenere l’abitabilità in tempi brevi. I due edifici sono uniti tra loro, questo consentirà di muoverci con più facilità da un reparto all’altro e con maggiore sicurezza. La nuova area di carico-scarico merci, è stata ricavata tra il vecchio ed il nuovo capannone, sempre al coperto, con i carri ponte che possono andare dall’interno all’esterno dei reparti produttivi, quindi con meno pericoli per i dipendenti del settore assemblaggio”.
A livello logistico quali saranno le principali novità?
“Nel nuovo capannone, oltre ad un grande parcheggio interrato, troveranno posto le linee di montaggio delle smerigliatrici, depolveratrici, politrici, presse e altre macchine monoblocco, mentre le automazioni come gli impilatori e le linee di selezione delle pelli rimarranno nell’attuale stabile ma con il doppio dello spazio. Oltre al reparto produttivo il nuovo capannone mette a disposizione ulteriori 900 mq distribuiti su tre piani, destinati agli uffici amministrativi e commerciali. Nella palazzina attuale rimarranno l’ufficio tecnico, produzione ed il post-vendita. Nell’attuale sede i rimanenti spazi liberati saranno riutilizzati in maniera efficiente per l’assistenza e l’ampliamento del magazzino che verrà automatizzato. Il nuovo stabilimento verrà suddiviso per aree produttive, dove in ognuna è previsto lo spazio occupato dalla macchina in montaggio e i relativi pezzi necessari: ogni postazione sarà un’”isola” con la possibilità di avere tutto a portata di mano, per garantire ai montatori, secondo il metodo giapponese Lean production, una riduzione dei tempi morti e degli spostamenti. Su una porzione del nuovo capannone di circa 400 mq è previsto uno show-room dove esporremo le principali macchine della nostra gamma, in uno spazio non inteso come laboratorio ma come sviluppo di prototipi e ultimi modelli realizzati e sala prove”.
Nell’ultimo periodo avete proceduto con diverse assunzioni: come si è integrato il vostro organico?
“Complessivamente con i nuovi assunti siamo circa 75 dipendenti. Per la sede centrale di Arzignano sono stati presi due elettricisti, un manutentore, un tornitore, un magazziniere e un assemblatore mentre due carpentieri erano stati assunti in autunno a Gambellara. Nell’ufficio commerciale una nuova segretaria, che parla e scrive bene in cinese, è già in organico. Una parte delle nuove assunzioni è legata a pensionamenti futuri, per i quali ci stiamo programmando per tempo”.
Nel 2022 presenterete nuovi prodotti?
“L’obiettivo è consolidare il core-business aziendale, ossia smerigliatrici, presse e automazione, di entrambe abbiamo presentato nell’ultimo biennio sul mercato modelli nuovi ed innovativi, lo stesso è avvenuto per quanto riguarda le depolveratrici. L’intenzione è consolidare tutto ciò, con miglioramenti dal punto di vista tecnologico, ci stiamo concentrando sullo sviluppo di questi modelli attraverso l’ottimizzazione, l’industrializzazione e la messa a punto. Presentare nuovi prodotti ogni anno, come avviene in altri settori non rappresenta per noi sicuramente un vantaggio. Siamo piccoli e operiamo in un settore di nicchia, dove spesso è necessario assecondare i clienti, che chiedono specifiche personalizzazioni, non sempre di facile realizzazione”.
Ci può fare un esempio in tal senso?
“In un’industria straniera, dove alcune pelli sono di qualità inferiore rispetto alla media perchè sofferte, oltre alla qualità dovevamo fare i conti con un’umidità ad altissimi livelli, quando in realtà su certe lavorazioni questa gioca contro. Lo scopo era oltrepassare l’ostacolo e trovare una soluzione: per questo abbiamo costituito un team di lavoro dove, “step by step”, furono fatte delle analisi per capire se la strada era quella giusta. Risolvere il problema umidità in questo caso specifico, fu importante, perché la stessa situazione potrà ripetersi in altri Paesi con le stesse condizioni climatiche con produzioni di pelle molto particolari”.
Quali novità porterete alla fiera Tanning Tech di settembre a Milano?
“Mancando pochi mesi alla scadenza stiamo lavorando per definire lo stand. Posso anticipare che presenteremo delle macchine per il settore calzatura e pelletteria. Presenteremo anche una nuova serie di automazioni: è un settore dove stiamo lavorando molto bene, con commesse che arrivano a fine anno, siamo soddisfatti e ottimisti. Il Salone di Milano sarà un evento importante, in quanto avremo un quadro più preciso della situazione del mercato mondiale, che ci auguriamo nel frattempo avrà ripreso ulteriore vigore. Anche quest’anno è incerto l’arrivo degli operatori orientali, che sono mancati nelle ultime edizioni e che speriamo possano in buona parte tornare”.
Da quali mercati vi attendete i maggiori sviluppi nel periodo postpandemia?
“Domanda difficile perché attualmente, al netto delle turbolenze di carattere economico, sono in atto movimenti storici, difficili da analizzare. In questo momento siamo concentrati sull’Italia, Cina ed Europa, mentre mercati classici come Sudamerica, India, Pakistan e Bangladesh sono fermi. Qui tuttavia vanno analizzate le singole situazioni perché l’era-Covid ha portato a chiusure di attività, diverse aziende piccole si stanno ora sviluppando e ingrandendo, ma si registrano anche grandi accorpamenti. Così chi passa dal lavorare una pelle piccola a quella grande, ha bisogno di dotarsi di altri macchinari di grandi dimensioni: questa espansione in atto sta vedendo coinvolti soprattutto gruppi cinesi, taiwanesi, americani e tedeschi.
Ci attendiamo ottimi sviluppi anche dall’area Nord America mentre alcune zone del Sud-Est asiatico sono in cerca di prodotti a prezzo economico, sotto il nostro costo”.
Che previsioni potete fare per quest’anno e per quelli successivi?
“Come azienda siamo collocati su un livello qualitativo alto, conti alla mano un terzo del nostro personale è improduttivo in quanto legato all’ufficio tecnico, al servizio, a Ricerca & Sviluppo e al settore commerciale che deve rispondere in tempi rapidi, garantendo un servizio assistenza immediato, basti pensare che abbiamo un dipendente che si occupa esclusivamente di prelevare e imballare ricambi pronti per la spedizione. Un personale dal costo elevato, in quanto si tratta spesso di figure apicali, ci pone l’obbligo di stare nella fascia alta”.
Per BERGI si potranno aprire nuove opportunità, magari in altri settori rispetto a quello conciario?
“E’ nelle nostre intenzioni, visto che a fronte dell’investimento fatto per l’ampliamento della sede, dobbiamo preoccuparci di aumentare la clientela. In questa fase stiamo cercando di capire se le macchine della gamma attualmente in produzione, potranno essere trasformate per produrre articoli diversi. Un vantaggio non dover ripartire con linee nuove da zero, sfruttando l’esperienza del nostro know-how. Tuttavia non sarà un passaggio facile, ad esempio a livello commerciale serviranno dei nuovi inserimenti. Faremo un passo alla volta, ma siamo pronti per le evoluzioni”.
Secondo lei la necessità di produrre con costi minori è una tendenza che caratterizzerà i prossimi anni a livello mondiale?
“Anche qui viviamo una situazione anomala: attualmente l’obiettivo dei brand di prestigio è proteggere la loro esclusività, fenomeno che ha portato ad un innalzamento dei prezzi al dettaglio, al punto che alcuni capi pregiati, come può essere una borsa da donna, viene venduta a migliaia di euro creando uno “status symbol”. In definitiva le grandi firme hanno raccolto i dati sui consumatori, hanno visto un aumento del numero di persone, nel mondo che si può permettere un articolo firmato rispetto al passato, e per proteggere l’esclusività hanno alzato i prezzi. Questo però non ha giovato ai produttori di pelli, tessuti e accessori, dove non solo non hanno visto aumentare i loro prezzi di vendita, ma addirittura in alcuni casi doverli diminuire per combattere la concorrenza. Una nuova preoccupazione è la guerra tra Russia e Ucraina che sta caratterizzando i primi mesi del 2022, due Paesi con due mercati importanti per il mondo pelle, sia a livello di fornitura di wet-blue che a livello di acquisti in quanto il consumo di pelle è notoriamente più elevato nei Stati freddi”.
La sostenibilità continua ad essere una vostra filosofia aziendale?
“Sicuramente sì. Riteniamo di essere a buon punto, entro l’estate otterremo la certificazione ISO 14000 e stiamo mettendo in atto un disciplinare molto coerente. Di recente siamo stati intervistati su questo tema da un grande gruppo bancario italiano che alla fine ci ha dato un punteggio di molto superiore alla media degli altri sondaggi, è stata una bella soddisfazione. Il primo passo da compiere è creare una mentalità “green” ai nostri dipendenti: ritengo che ai nostri figli dovremo lasciare un mondo migliore rispetto a quello che abbiamo trovato. Nei mercati più sviluppati, come quello italiano, la situazione è buona, il nostro distretto ha fatto dei passi avanti eccezionali negli ultimi decenni, quando ero ragazzo il torrente che attraversa Arzignano aveva un colore poco rassicurante, mentre adesso ci si può pescare. Lo stesso vale per gli odori, che ora si sentono solo occasionalmente. In Europa e nei paesi sviluppati si è fatto e si sta facendo un grande lavoro sulla sostenibilità mentre ahimè, in molti altri paesi, la coscienza ambientale è ancora molto indietro, e questo peserà molto sul nostro futuro”.

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