CSC, export macchinari ad alta tecnologia vale 32,5 mld. Messico primo mercato dell'America Latina

09 Ottobre 2025

CSC, EXPORT MACCHINARI AD ALTA TECNOLOGIA VALE 32,5 MLD. MESSICO PRIMO MERCATO DELL’AMERICA LATINA

Cimmino: “La collaborazione tra imprese e istituzioni è decisiva per aumentare le esportazioni e consolidare la presenza dell’Italia sui mercati esteri”

Città del Messico, 9 ottobre 2025 – L’export italiano di macchinari ad alta intensità di Automazione, Creatività e Tecnologia (ACT) vale 32,5 miliardi di euro, con un potenziale di crescita stimato in 6,5 miliardi. Il Messico si conferma primo mercato di destinazione nell’area latino-americana, assorbendo il 45,1% dell’export regionale, davanti a Brasile, Argentina, Cile, Colombia e Perù.

È quanto emerge dalla seconda edizione di INGENIUM, il rapporto del Centro Studi Confindustria realizzato con il sostegno di Federmacchine, che viene presentato oggi a Città del Messico nell’ambito della Giornata del Made in Italy promossa dall’Ambasciata italiana.

Il Rapporto evidenzia la rilevanza strategica dell’America Latina in un contesto globale segnato da tensioni geopolitiche e dalla ridefinizione dei flussi commerciali, con particolare attenzione al Messico. Tra il 2018 e il 2023, l’export italiano di macchinari verso la regione ha registrato una crescita media annua del +6,7%, a fronte del +2,2% segnato nello stesso periodo verso il resto del mondo. Il Messico, economia tra le più aperte a livello internazionale con un interscambio pari all’88% del PIL e una manifattura fortemente diversificata, è tra i primi cinque paesi emergenti per potenziale di crescita dell’export ACT italiano, stimato in ulteriori 188 milioni di euro a fronte di un export effettivo nel 2024 di 1,1 mld di euro.

“Il Rapporto INGENIUM dimostra quanto i fattori geopolitici incidano sulle scelte di governi e imprese. Tensioni, conflitti e sfide globali, dall’approvvigionamento energetico a quello tecnologico, aumentano il fabbisogno di sicurezza e numerosi comparti industriali ad alta intensità di tecnologia possono trovare ulteriore sviluppo grazie all’ingegno e all’eccellenza italiani per contribuire alla crescita di questo importante settore. Il tempo di agire è ora: solo una collaborazione più stretta tra imprese e istituzioni può tradurre la capacità produttiva italiana in maggiore export e consolidare la presenza dell’Italia sui mercati esteri. Ciò implica nuovi investimenti produttivi e politiche capaci di ridurre l’incertezza e incentivare le imprese che reinvestono i propri utili in beni strumentali”, ha dichiarato Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli Investimenti di Confindustria.

Dal Rapporto emerge inoltre il ruolo centrale della digitalizzazione, con la necessità di integrare l’intelligenza artificiale nei processi industriali, e l’importanza di sfruttare appieno gli accordi di libero scambio già siglati dall’Unione europea, accelerando la finalizzazione di nuovi, come quello con il Mercosur, e il rinnovo di quello con il Messico per ampliare l’accesso a mercati strategici.

L’Italia figura tra i primi dieci esportatori mondiali per 176 dei 225 beni ACT considerati, collocandosi al quarto posto dopo Germania, Cina e Giappone. È inoltre terza a livello globale per numero di mercati raggiunti, dietro solo a Cina e Germania, con una penetrazione pari al 50,6% dei mercati disponibili (21.528 combinazioni prodotto-paese). Il posizionamento dell’Italia, superiore a quello di Stati Uniti, Francia e Giappone, conferma la capacità del sistema produttivo di presidiare mercati diversificati e complessi grazie a innovazione, qualità e specializzazione.

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