7- Quattro tendenze che impattano sulla moda sostenibile: mutamenti geografici, digitalizzazione, consumo intelligente e nuovi materiali

13 Settembre 2019

Trentadue aziende globali, leader mondiali nel settore della moda e del tessile, firmano il Fashion Pact, presentato ufficialmente ai capi di Stati riuniti durante il G7 di Biarritz. Gli obiettivi del Fashion Pact si basano sull’iniziativa Science Based Targets  che si focalizza su tre aree principali per la salvaguardia del pianeta: arrestare il riscaldamento globale (global warming), ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani. Questi impegni sono stati definiti affinché ogni azienda coinvolta se ne faccia carico, da sostenere con iniziative intersettoriali, insieme allo sviluppo di acceleratori di innovazione. Le società private, collaborando con gli stati nazionali, svolgono un ruolo essenziale nella protezione del pianeta. La collaborazione è facilitata dal fatto che i governi, in difficoltà su una serie di questioni di fondo dell’agenda tradizionale, specialmente economiche, cercano vie d’uscita spostando il loro baricentro sulla conversione ecologica. Strada facendo, l’espediente si sta trasformando in consapevolezza, e fornisce una chiave essenziale per affrontare quegli stessi problemi ereditati da uno sviluppo industriale disordinato e selvaggio che ha portato alla consapevolezza della sofferenza del pianeta. Con un vantaggio, oltretutto, che l’attenzione all’energia rinnovabile, all’efficienza energetica ed all’economia circolare offrono uno spazio ai temi etici e del lavoro fornendo beni e servizi essenziali per vocazione e non per elusione. Con il Fashion Pact, alcuni attori leader nel settore della moda, anche nei loro singoli metodi di produzione, assumono uno sguardo d’insieme anche sulle tendenze future, nel senso dell’impatto che avranno sull’industria, così da consentire decisioni migliori e più informate per un percorso di tecnologia sostenibile nel futuro. In questa direzione ci sono quattro principali tendenze che sono state valutate fino a d ora e che sono descritte sia nel rapporto The State of Fashion 2017 ( McKinsey) che nel rapporto del 2016 dell’ASEAN, Refashioning the Future: geographic shifts, digitalization, smart consumption, and preferred & new fiber materialLe quattro tendenze riguardano i mutamenti geografici, la digitalizzazione, il consumo intelligente e i nuovi materiali. 

 

Questo sguardo d’insieme comprende le tendenze che avranno un impatto sull’industria così da consentire decisioni migliori e più informate per una moda sostenibile nel futuro. 

 

Mutamenti geografici

Questa tendenza fa riferimento alla ricollocazione di siti produttivi derivata dal ritorno negli Stati Uniti di  manifatture che producevano in Cina, o dallo spostamento di produzioni dalla Cina verso l’Africa, a causa dei minori costi del lavoro. Per assicurarsi che questa tendenza non porti a un’impennata  nelle emissioni di GHG, è importante considerare la ricollocazione in luoghi dove le previsioni di energia rinnovabile sostengano l’opportunità di riduzione delle emissioni per processi produttivi quali la tintura e il finissaggio, la produzione di fibra, la produzione di filato ecc. Se non è così, la ricollocazione può portare, invece che a una riduzione, a un significativo aumento delle emissioni. Inoltre, devono essere monitorate i potenziali impatti sull’ecosistema di simili cambiamenti. Se la produzione viene ricollocata in paesi con un alto livello di reddito come in Europa e nelle Americhe, dove sono già operativi dei sistemi efficaci contro l‘inquinamento delle acque e la tossicità, l’industria può beneficiare di un ridotto impatto ambientale. Tuttavia, la ricollocazione delle industrie da paesi a basso reddito verso i paesi consumatori unita a un maggior livello di automazione  (industria 4.0), può portare a una massiccia perdita di lavoro in paesi come il Pakistan o il Bangladesh. Nel caso di ricollocazione in paesi a basso reddito come l’Etiopia, la mancanza di infrastrutture potrebbe portare a un aumento dell’impatto delle acque di scarico o della tossicità sull’uomo, se non controbilanciato da una spinta verso l’uso delle rinnovabili nella manifattura.

Digitalizzazione

Questa tendenza fa riferimento alle nuove efficienze (rendimenti) nella catena delle forniture permesse o prodotte dalle nuove tecnologie lungo tutta la catena di valore, come ad esempio una produzione più snella, sistemi di management dell’energia digitali, automazione e personalizzazione su larga scala. La digitalizzazione consente di ridurre l’impatto riducendo gli scarti industriali e così riducendo la quantità di materia prima grezza necessaria. In questo contesto, è anche importante considerare l’efficienza energetica per assicurare una effettiva riduzione delle emissioni. Tuttavia questa tendenza può portare anche a importanti conseguenze sociali (ad esempio perdita di lavoro), di cui bisogna tenere conto.

Consumo intelligente

Questa tendenza si riferisce ai nuovi modelli di consumo come l’incremento della personalizzazione di massa, l’e-commerce e i nuovi modelli di business. Il consumo intelligente, come il vestiario inteso come servizio (abiti in affitto e schemi di reso), sono elementi importanti per ridurre il consumo e di conseguenza l’impatto ambientale dell’industria. Passare a nuovi modelli di affari che supportino un’economia sostenibile sarà un elemento chiave a tal fine.

Materiali preferiti

Questa tendenza si riferisce all’adozione di filati in materiali preferibili , che hanno un minor impatto ambientale rispetto alle loro alternative convenzionali. Per esempio, il cotone per cui si usino delle pratiche agricole di rigenerazione organica può avere un impatto positivo sul sequestro del carbonio (sull’intrappolamento- sulla mancata emissione del), e significativi impatti positivi sul cambiamento climatico. Può riferirsi anche all’adozione di nuovi filati come quelli sintetici ottenuti da materiale riciclato e lavorati grazie a soluzioni che eliminano le microplastiche. Promuovere questi materiali con nuove e preferibili filati è importante, così come avere dati dalle analisi del ciclo di vita che consentono all’industria di quantificare i benefici che derivano dall’utilizzo di nuovi materiali e riferiscono la riduzione degli impatti negativi.


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