CINA, CONFINDUSTRIA-CAMERA DI COMMERCIO: RIEQUILIBRARE LA BILANCIA COMMERCIALE E FAVORIRE LE COLLABORAZIONI INDUSTRIALI

29 juillet 2024

Pechino, 29 luglio 2024 – Sono 115 le aziende e associazioni imprenditoriali italiane ad aver partecipato oggi alla tavola rotonda “Italy investing in China: trends and perspective” organizzata a Pechino da Confindustria e Camera di Commercio italiana in Cina (CCIC) nell’ambito del VII Business Forum Italia Cina svoltosi in occasione della visita del Premier Meloni. L’appuntamento ha approfondito le dinamiche di mercato per aumentare l'interscambio, in particolare per potenziare l'export italiano così da riequilibrare la bilancia commerciale, e per favorire le collaborazioni industriali.

“Servono relazioni mutualmente vantaggiose all’insegna della reciprocità per garantire uguali condizioni di accesso ai mercati, inclusa una più marcata convergenza degli standard e delle regolamentazioni tecniche, il cui divario comporta sensibili costi aggiuntivi soprattutto alle pmi. È anche per questo che le grandi aziende presenti in Cina possono svolgere il ruolo di business ambassador e di traino all’interno delle filiere, condividendo esperienze e network, l’accreditamento presso le autorità locali e altri elementi fondamentali per la lettura del mercato”, ha detto Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione degli investimenti di Confindustria. “Basti ricordare che secondo il Centro Studi Confindustria il potenziale export che possiamo ancora colmare nel mercato cinese è di 2,4 miliardi di euro soltanto per i beni di consumo e 2mld per quelli strumentali”.

“La Cina continua a confermarsi strategica per l'export italiano: Pechino si colloca tra le prime destinazioni delle esportazioni italiane a livello globale, essendo il principale mercato in Asia e il secondo tra i Paesi extra-europei, dopo gli Stati Uniti”, ha dichiarato Lorenzo Riccardi, Presidente della Camera di Commercio italiana in Cina. “Il numero ed il valore crescente delle missioni istituzionali nel Paese promuovono in modo significativo le relazioni economiche tra Italia e Cina che contano su uno stock di investimenti diretti esteri italiani in Cina di oltre 15 miliardi di euro in base ai dati ISTAT, di cui oltre 1300 investimenti manifatturieri che contraddistinguono la maggioranza delle aziende presenti con 130.000 addetti e un fatturato di 33 miliardi di euro”.

Presenti alla tavola, a fare da capofila alle aziende dei vari settori, ANFIA, ASSICA, Farmindustria, FEDERMACCHINE e Sistema Moda Italia che hanno presentato visioni e prospettive nei rapporti con le controparti cinesi.

Per ANFIA era presente il presidente Roberto Vavassori, che ha illustrato alle controparti cinesi le competenze di filiera presenti nel nostro paese e le ragioni che suggeriscono un riequilibrio tra gli investimenti diretti, sin qui effettuati da aziende italiane in Cina, rispetto a quelli di aziende cinesi in Italia con un gap, in accordo con i dati forniti da ICE-Agenzia, di circa 5 miliardi di euro da colmare. Un dato che – secondo Vavassori – lascia spazio alla presenza di almeno un costruttore di veicoli in Italia.

ASSICA ha sottolineato che, nonostante il mercato cinese sia chiuso all’importazione di prodotti a base di carne suina a causa della peste suina africana, crede fortemente nel paese in cui fino a 2 anni fa ha esportato 60milioni di euro. L’auspicio è che si possa presto riprendere la possibilità di esportare in base a protocolli sanitari condivisi tra Italia e Cina con l’impegno delle istituzioni dei due paesi.

Farmindustria ha poi evidenziato che la Cina è per l’Italia il secondo partner extra europeo dopo gli USA nella farmaceutica e sta spingendo moltissimo sugli investimenti nel settore, garantendo anche una maggiore tutela brevettuale. In Cina sono attive da diversi anni importanti aziende italiane, che possono ulteriormente crescere. Anche per questo ha un’importanza strategica la missione in corso del Presidente Meloni.

Per FEDERMACCHINE la Cina nel 2023 è risultata il quarto mercato di sbocco con quasi 2 miliardi di euro di acquisti di macchinari. Nonostante un lieve calo dell’export italiano del comparto verso la Cina e di alcune politiche che non facilitano gli scambi, l’Associazione ha evidenziato le grandi opportunità offerte da questo mercato e dalla collaborazione con le aziende cinesi.

Sistema Moda Italia, infine, si è detta favorevole al “free trade” nel commercio internazionale in quanto pilastro della competitività, ma ha sottolineato l’importanza per il tessile abbigliamento di relazioni commerciali eque e vantaggiose per i produttori italiani, nel rispetto del “level playing field” e delle regole di sicurezza, tracciabilità e qualità dei prodotti importati, specialmente quelli e-commerce, così come definite dagli standard europei.

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