Si sono svolte ieri le audizioni di Confindustria sul DL n.23/20 (Liquidità) davanti alle Commissioni riunite Finanze e Attività Produttive della Camera e sul Documento di Economia e Finanza per il 2020 presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.
Per quanto riguarda la prima riunione, Confindustria ha evidenziato che il provvedimento mette in campo un insieme di misure per garantire flussi di liquidità alle imprese, prorogare i versamenti erariali e contributivi e rafforzare la capacità di resilienza del tessuto produttivo, anche attraverso condivisibili interventi in materia di crisi d'impresa e diritto societario.
Nel complesso gli interventi sono positivi, ma Confindustria ha evidenziato che non sono ancora sufficienti per contrastare l'impatto pesantissimo che la pandemia sta provocando sul tessuto produttivo italiano, il cui fabbisogno di liquidità nel 2020, provocato dalla caduta dell’attività economica e dei fatturati, è stimato in 57 miliardi con fine dell’epidemia a giugno e 138 miliardi con fine epidemia a dicembre.
Per garantire l'efficacia delle misure è pertanto necessario accelerarne l'operatività e semplificarne l'accesso prevedendo, già in occasione di eventuali modifiche al provvedimento durante l’iter di conversione, di inserire meccanismi di autocertificazione da parte delle imprese per quanto concerne sia i requisiti di accesso alle garanzie, sia la destinazione delle risorse ottenute per le finalità previste dal Decreto. Dalla celere implementazione delle misure di sostegno individuate, deriva, infatti, l'efficacia del provvedimento.
Inoltre Confindustria ha sottolineato la necessità che, in vista del DL di prossima emanazione, Governo e Parlamento completino e rafforzino gli strumenti di sostegno alle imprese, ampliandone eventualmente il mix e rifinanziando il Fondo di garanzia affinché disponga di risorse sufficienti per coprire tutte le operazioni, ma anche che mettano in campo meccanismi volti a sostenere la patrimonializzazione e capitalizzazione delle imprese.
Infine è stato richiamato l'urgenza di una accelerazione dei pagamenti da parte delle PA e dell’utilizzo di eventuali crediti di imposta, incidendo significativamente sui vincoli che ne frenano la fruizione a partire dal limite massimo annuo per le compensazioni orizzontali, e tempi più celeri per il recupero dei crediti, specie quelli IVA.
Per quanto concerne l’audizione sul Documento di Economia e Finanza per il 2020 presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, Confindustria ha evidenziato che, rispetto alle previsioni economiche di fine marzo, il perdurare del blocco delle attività produttive fino a inizio maggio determinerà una caduta aggiuntiva del PIL cui va aggiunto l’impatto del peggioramento significativo delle esogene internazionali.
Dalle prime indicazioni la caduta del PIL si collocherebbe, nel 2020, tra l’8 e il 10% su base annua. Per questa ragione, Confindustria ha sostenuto che la riapertura delle attività - garantendo la massima sicurezza dei lavoratori dentro e fuori le fabbriche - sarà fondamentale per evitare un tracollo economico ulteriore.
Inoltre, rispetto alle altre proposte contenute nel DEF, è:
• positiva la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia per evitare una ulteriore contrazione del PIL nel 2021 e per restituire credibilità agli obiettivi programmati;
• auspicabile un rinvio dell’entrata in vigore di sugar e plastic tax;
• necessario un mix di misure che comprenda anche trasferimenti diretti alle imprese da parte dello Stato per compensare le perdite, e forme innovative di acquisizione temporanea di pacchetti di minoranza;
• opportuno superare il fenomeno del ritardo dei pagamenti dei debiti della PA attraverso il rafforzamento delle compensazioni e la riorganizzazione della PA stessa per rafforzarne la capacità amministrativa;
• indispensabile raggiungere un'intesa a livello europeo che porti al varo di un piano coordinato di almeno 1.500 miliardi di euro aggiuntivi, che dovrà essere affiancato da un grande piano di investimenti nazionale.